Nel 1792, in un momento drammatico per la Francia, minacciata da tutte le potenze reazionarie d’Europa, l’Assemblea Nazionale prese due fondamentali decisioni, né l’una né l’altra direttamente collegata al quadro militare che si stava configurando: fu riconosciuto il diritto di tutti all’istruzione e fu stabilito che le collezioni del Louvre fossero aperte al pubblico. Era come dire che la vera forza del Paese non era quella del suo esercito, ma la qualità del profilo culturale dei cittadini.
In questi anni di crisi sembra ormai, in Italia, che il solo problema sia il mercato e il suo apparato tecnico e ideologico. Da troppo tempo non si elaborano obiettivi che si proiettino nei prossimi decenni, che riguardino non le fortune dei privilegiati, ma la qualità della vita dei cittadini, la loro capacità di produrre un pensiero libero. Oggi è la festa della Repubblica: non basta deporre corone per onorare la ricorrenza. Occorre riprendere il percorso virtuoso avviato negli anni della Costituente. C’è un sistema educativo da ricostruire: è questo l’impegno da assumere.
Viva la Repubblica, viva la Scuola!